La piccola Beatrice
Fare il fotografo per bambini è allo stesso tempo meraviglioso e devastante. Meravigliosamente devastante. Ecco. Così. Una sessione in studio con questi nanetti mette a dura prova anche il Dalai Lama e Madre Teresa di Calcutta. E la piccola Beatrice non è da meno. Ma ogni fotografo che si rispetti ha l’obbligo morale di immortalare sua figlia. Motivo per cui, il primo articolo relativo alla fotografia dei bambini, parla di lei. Giusto per avere un’idea di cosa è successo in questi due anni e mezzo, provo a costruire una specie di cronistoria.
I primi scatti
40 giorni. Ehm, si. Ho temporeggiato un pochino perché… perché sono un idiota, fondamentalmente.
Gli scatti in pieno stile “newborn” ce li siamo persi. Ma poi abbiamo recuperato.
Mette piede sul suo primo set e subito si sente a suo agio.
E ne approfitta per fare anche una pennichella.
6 mesi
Al secondo passaggio sul set, la piccola Beatrice conferma quanto già dimostrato mesi prima. Nessun tipo di timore. Anzi.
La sfacciataggine comincia a farsi strada, e sarà un’ascesa continua, vedrete.
Azzardiamo con qualche accessorio, stavolta, e lei sembra gradire.
12 mesi
La passione per le scarpe, purtroppo, è un fattore genetico.
Collana di perle vestito a pois, e via!
E già che ci siamo, ma col fondale nero, la trasformiamo in una fattucchiera.
Lei si diverte. E io pure!
18 mesi
La nonna si mette all’opera per produrre un tutù. La zia ci presta le scarpette. Set pronto.
Si comincia!
Il problema è che poi non si ferma più. Togliere di dosso quel tutù è stata un’impresa.
Ci siamo riusciti solo con l’aiuto di un bel piatto della sua pasta preferita… spaghetti!
Gli ultimi scatti – 26 mesi
La smorfiosa oggi posa con un vestitino originale Thailandese, gentilmente omaggiato da una coppia di amici.
Poi in abiti più occidentali.
Per poi finire sui tacchi della mamma, dispensando espressioni divertenti e cimentandosi in pose in cui pare sentirsi incredibilmente a suo agio.
Un ritratto, almeno un ritratto serio, ti prego.
E lei sembra addirittura capirmi. tanto da fissare quei suoi occhioni dritti dritti sulla mia lente.
E chi se ne frega dei capelli un po’ scombinati.
Riguardo spesso queste foto, sapendo che continuerò a torturarla nel prossimo futuro.
E che cercherò di migliorarmi ancora, per lasciarle un bel ricordo fotografico della sua infanzia.
Sempre cercando di scongiurare un futuro da lap-dancer, sia chiaro.
Buona luce a tutti!
Davide Posenato – Fotografo Bambini Torino